Antognoni , un ragazzo che conquistò il cuore di Firenze .

Giancarlo Antognoni , una delle ultime bandiere del nostro calcio: in Serie A ha vestito solo la maglia della Fiorentina, dal 1972 al 1987. In mezzo, divenne anche campione del mondo .

Giancarlo Antognoni e GIancarlo De Sisti

Un ragazzo cresciuto con il mito di Gianni Rivera grazie alla fede calcistica del padre, che a Marsciano  gestisce un bar, sede di un Milan Club. Giancarlo Antognoni nasce nel paese umbro il 1° aprile 1954. Le doti tecniche del fanciullo attirano le attenzioni del Torino, che lo acquista nel 1969. Pochissimo tempo in granata e ha già le valigie in mano: la destinazione è vicina, si trasferisce per giocare in Serie D con i Galletti dell’Asti. Esperienza fatta, è tempo di crescere veramente: il calciomercato 1972 rappresenta la svolta, non solo per lui ma per un’intera città: Firenze avvia la sua storia, un amore viscerale, un qualcosa di unico che nessuno sarà più in grado di raggiungere.

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Giancarlo Antognoni

L’ESORDIO – Determinato, educato, umile, Antognoni ha il compito per nulla semplice di colmare il tassello lasciato scoperto dalla cessione di Chiarugi. Debutta in A 18enne il 15 ottobre 1972, la Viola vince a Verona e Sandro Ciotti, che di quella gara è radiocronista, esclama:  «Oggi ho visto esordire un campione».L’indomani sui giornali si comincia a parlare di lui. Per uno scherzo del destino, o forse solo perché quando ci si mette, questo giuoco regala storie magiche, il Corriere dello Sport non solo lo elogia, ma lo paragona a qualcuno. Quel qualcuno è un profilo a lui molto noto, è il suo idolo, è il Golden Boy Gianni Rivera. Liedholm conferma di avere pochi eguali sotto la voce “giovani talenti”: non ha avuto paura a far esordire un altro ragazzino.

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Giancarlo Antognoni e Federico Chiesa

L’Italia è reduce da un fallimento nei Mondiali ’74, Bernardini sostituisce Valcareggi e rivoluziona la squadra. Giancarlo debutta contro l’Olanda di Cruijff il 20 novembre 1974. Gioca una partita sensazionale effettuando il lancio giusto per il vantaggio firmato Boninsegna, poi il fenomeno olandese con il numero 14 la ribalta e gli Azzurri perdono. Non importa, l’Italia ha trovato una stella. Nel frattempo continua a strabiliare Firenze, ma nel 1977-78 i viola cadono nel baratro. Anche il numero 10 entra tra le critiche rivolte alla squadra. Antognoni si prende le responsabilità che gli competono. Il 23 aprile ’78 una bomba su punizione apre il 2-0 al Toro. 

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