Enrico Chiesa : Ecco chi era l’ex calciatore della Fiorentina

Enrico Chiesa
L’ex calciatore della Fiorentina Enrico Chiesa

Enrico Chiesa è stato uno dei giocatori più accattivanti nell’epoca d’oro del nostro calcio è soprattutto per una dote quasi unica , il tiro ( fonte : Eurosport.it )

Nella prima parte della carriera di Enrico Chiesa c’è tutto il sapore del calcio italiano di una volta. Il direttore sportivo della Sampdoria scudettata, Paolo Borea, lo scopre nel Pontedecimo quando ha soltanto 16 anni e lo acquista per 5 milioni di lire portandolo nel settore giovanile blucerchiato. Dopo due brevi assaggi di prima squadra, inizia la trafila vera e propria. Un anno in prestito al Teramo in C2, uno al Chieti in C1. E, dopo una stagione completa alla Samp, una stagione in B con il Modena. Chiesa mette insieme 167 presenze da professionista, segna 43 gol. Cresce, ma non esplode. Fino a quando, nella stagione 1995-96, Sven-Goran Eriksson non ne fa la punta della Sampdoria dei giovani in cui Roberto Mancini (ebbene sì, un collegamento nemmeno troppo banale tra padre e figlio) fa da chioccia anche a Clarence Seedorf e Christian Karembeu. Messo finalmente nelle condizioni di poter giocare da prima punta, con il supporto del Mancio segna 22 gol in 27 presenze (miglior score in carriera). Vola a Euro ’96 con la Nazionale, segna un gol alla Repubblica Ceca e passa al Parma che punta allo scudetto per 16 miliardi di lire più il cartellino di Juan Sebastian Veron .

Carriera

Il triennio a Parma è quello più significativo nella carriera di Chiesa. Lotta per lo scudetto, contribuisce all’unica qualificazione dei ducali in Champions League e partecipa al “Dream Team” che conquista Coppa Uefa e Coppa Italia nel 1999. Tre stagioni che hanno un profondo significato metaforico nella parabola dell’attaccante. In un calcio come quello dell’epoca, infatti, non pareva esserci spazio per lui come centravanti in una squadra di altissimo livello. Lì, sia con Carlo Ancelotti sia con Alberto Malesani, non gli rimaneva che muoversi da punta di raccordo in un 4-4-2 o in un 3-4-1-2. Vero che la prima punta era Hernan Crespo, ma è innegabile che ciò ne abbia tarpato le ali dal punto di vista realizzativo (55 gol in 120 presenze in gialloblù, 33 in 92 in campionato) e abbia contribuito al suo trasferimento alla Fiorentina nell’estate del 1999. Non è nemmeno un caso che, proprio a Firenze, si sia rivelato un cannoniere all’indomani della partenza di Gabriel Batistuta. 7 gol in campionato con l’argentino, 22 senza. Il modo migliore per riprendersi la Nazionale da protagonista nonostante l’incredibile concorrenza dell’epoca. Qualche esempio? Nel 1996, fu convocato da Arrigo Sacchi in un reparto che proponeva anche Del Piero, Casiraghi, Ravanelli e Zola. Due anni dopo, fu scelto da Cesare Maldini per il Mondiale al pari di Del Piero, Baggio, Inzaghi e Vieri. E per il 2002, con ogni probabilità, sarebbe stato in corsa fino all’ultimo con Del Piero, Inzaghi, Totti, Delvecchio, Montella e Vieri.

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