Franck Ribery : ” La cicatrice ? Lei che mi ha dato la forza ” ( foto )

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Franck Ribery

L’ex calciatore della Fiorentina in una struggente storia :

“La cicatrice… E’ lei che mi ha dato questo carattere e questa forza.

In un quartiere periferico di Boulogne-sur-Mer, nel nord della Francia, c’erano grandi casermoni e un improvvisato campetto di cemento in cui, per tutta la giornata, si giocavano tiratissimi “quattro contro quattro”. L’unica regola esistente era “Chi vince resta”.C’era una squadra che restava sempre in campo perché non perdeva quasi mai. Il segreto? Nei quattro c’era un ragazzino fenomenale che alla grande tecnica e alla rapidità univa una grinta unica:”Volevo vincere, con qualsiasi metodo. Dovevi essere forte, oppure venivi cancellato. Io non uscivo mai.”Quel ragazzino era Franck Ribery.

Un talento meraviglioso “protetto” da un carattere di ferro. Non poteva essere altrimenti. La sua infanzia è stata segnata da un terribile incidente che ha lasciato segni indelebili sul volto e nella vita del fuoriclasse francese:

La cicatrice ?

E’ lei che mi ha dato questo carattere e questa forza. Perché quando sei un bambino e hai una cicatrice come questa non è facile, il modo in cui le persone ti guardano, ti criticano, ti offendono… La mia famiglia ha sofferto molto questo aspetto.La gente dice cose come ‘guarda la sua cicatrice, la sua testa e quella cicatrice, è brutto…’. Ovunque andassi la gente mi fissava sempre, e non perché fossi una persona buona, non perché il mio nome fosse Franck, non perché fossi bravo a giocare a calcio, ma per la cicatrice. Nonostante fossi giovane e mi recasse molto fastidio, non mi sono mai messo a piangere. Non ho mai versato una lacrima, anche se ho sofferto.

E non farò mai una chirurgia estetica per eliminarle, le mie cicatrici sono parte di me”All’inizio gli avversari sorridevano e lo deridevano per l’aspetto. Ma quando la partita iniziava non ridevano più.Non avevano tempo, erano troppo impegnati a correre dietro a Franck.E solitamente erano corse vane perché Ribery non si faceva fermare da nessuno.Perché come a Boulogne-sur-Mer “doveva vincere, con qualsiasi metodo”…

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