Stefano Borgonovo era un simbolo alla lotta contro la Sla .

stefano borgonovo
L’ex calciatore viola Stefano Borgonovo

Domenica 26 maggio : Stefano Borgonovo
Negli ultimi anni è stato per tutti l’esempio della lotta alla Sla, la sclerosi laterale amiotrofica. Nel 2005 i primi sintomi della malattia, poi nel 2008 l’annuncio pubblico e la creazione della Fondazione Onlus che porta il suo nome. Stefano Borgonovo per molti, però, è stato qualcosa di più di un semplice ex giocatore colpito da una malattia incurabile, è stato un campione di vita dentro e fuori dal campo.

Nato a Giussano il 17 marzo del 1964, attaccante di razza, Borgonovo fa il suo esordio non ancora maggiorenne in serie A il 14 marzo del 1982 con la maglia del Como in un match contro l’Ascoli. Con i lariani resta nei due anni successivi

in B, prima di passare nel ’84 alla Sambenedettese dove si mette in mostra andando a segno in 13 occasioni. Nella stagione ’85-’86 torna nuovamente al Como, di nuovo nella massima serie, dove realizza 10 reti in 29 presenze meritandosi la chiamata che tanto aspettava, quella del Milan che, però, ha altri progetti per lui. Lo lascia al Como “per farsi le ossa” e nel 1988 lo gira in prestito alla Fiorentina dove esplode al fianco di Roberto Baggio

La coppia B2 , Baggio e Borgonovo

In viola Stefano forma, insieme al “Codino”, quella che diventerà la “B2”, una coppia da 29 gol, quasi la totalità di quelli messi a segno (44) dalla formazione toscana in tutta la stagione. Numeri che permettono a Borgonovo di vestire finalmente la maglia del Milan nella stagione in cui i rossoneri vincono la Supercoppa Europea, la Coppa Intercontinentale e  la Coppa dei Campioni.

Ritorno a Firenze


Nell’estate del 1989 Borgonovo torna nella sua amata Firenze con la squadra che nel frattempo era stata acquistata da un abile imprenditore, Mario Cecchi Gori, che come primo colpo di mercato annuncia proprio il ritorno del figliol prodigo, costato alle casse viola 8 miliardi di lire, il doppio rispetto a quanto lo aveva pagato il Milan dal Como. Al ritorno, però, non c’è più l’amico Baggio, passato nel frattempo alla Juventus e le sue prestazioni calano drasticamente: in due stagioni, infatti, mise a segno solo 7 reti tra campionato e coppa Italia in 42 presenze. Nel ’92 decide così di trasferirsi al Pescara dove va in rete 9 volte, ma a fine stagione retrocede in B .

Nel campionato cadetto a livello realizzativo va anche peggio: 7 presenze, 2 reti, così nel mercato di gennaio torna nella massima serie, per la precisione a Udine, dove realizza 5 reti in 12 partite, tra cui la sua ultima doppietta in A nella sfida salvezza con la Cremonese, finita poi 3-3, che non basta per evitare la sua seconda retrocessione consecutiva.

Nel ’94 passa a Brescia, prima di rientrare a Udine dove chiude la sua carriera da calciatore restando senza gol per ben due anni.
Tra il 1985 e il 1989 Borgonovo ha poi vestito la maglia della nazionale passando dall’Under21 (3 presenze, un gol), all’U23 (2 convocazioni), fino alla nazionale maggiore (3).

Nel 2000 iniziò da Como la sua carriera da allenatore dei settori giovanili, poi nel 2005 l’addio a tutto quello che era il mondo del pallone.

Nel 2008 l’annuncio della malattia e da quel momento ha inizio la sua battaglia con la Sla, la “Stronza” come la chiamava, una battaglia condotta attraverso la fondazione che porta il suo nome e che negli anni ha potuto contare sull’appoggio di tanti campioni.

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