Valentina Baggio : Adesso vi racconto cosa significa essere figlia del Divin Codino

Valentina baggio
Valentina Baggio insieme a suo padre Roberto

Valentina Baggio : Non è stato facile essere figlia del Divin codino . Ho anche pensato di voler cambiare cognome

Essere figlia di Roberto Baggio non è stato facile, a volte addirittura pensavo di voler cambiare cognome, io diventavo amica dei ragazzi e meno delle ragazze perché loro erano interessati a mio padre, volevano gli autografi o venire a casa a conoscerlo, e io volevo giocare a calcio con loro.
Così le altre bambine non mi amavano molto.
Per tutti ero la figlia di Baggio, ma mi dicevo: ‘Provate a conoscermi. Lui è lui, io sono io, sono una ragazza normale’.

Quando era piccola, mio padre non poteva essere molto presente nella mia vita: soffrivo perché le mie amiche andavano in giro la domenica con il loro padre mentre io lo vedevo allo stadio: a casa c’era davvero poco.
Quando lui ha smesso di giocare nel Brescia era il 2004 e avevo 14 anni, ma non ci conoscevamo: non è stato facile all’inizio, dai 14 ai 19 anni ho avuto momenti di totale ribellione.
Ero tornata a vivere a Vicenza che era un paesino rispetto a Milano, mi sentivo soffocare.
Stavo da sola con lui e sentivo quasi la paura, non sapevo di cosa parlare, sembrava che non ci conoscessimo, non avevamo passato molto tempo insieme.
Nel 2009 infatti mi sono trasferita di nuovo a Milano: all’inizio tornavo pochissimo a casa, nel frattempo era nato il mio fratello piccolo, Leonardo, e lo vedevo crescere da lontano.

Il lockdown ci ha fatto conoscere meglio

Paradossalmente il lockdown mi fatto conoscere meglio mio padre.
Non sono stati anni facili per l’Italia, ma posso dire che sono stati i 18 mesi più belli della mia vita.

Vivevo a Milano e me ne tornai in Veneto, a casa, dove potevo stare all’aria aperta.
I miei genitori mi hanno così conosciuta da adulta, dieci anni dopo essere partita: ero diventata una donna.
Si passava tantissimo tempo insieme, cucinavo qualsiasi cosa con mio fratello, ho passato molto tempo con mio padre, facevamo lunghe partite a carte.
Il lockdown è stato tragico, ma in un certo senso per me è stato una benedizione.
Vivere una vita lenta cambia tante cose: eravamo sotto lo stesso tetto, sempre insieme, potevamo parlare di molte cose, discutere su qualsiasi tema, vedevano il mio punto di vista da persona adulta e non da ragazzina.

Ci sono tanti momenti che ricordo legati alla carriera di mio padre, il primo è quando mi portò a 3 anni alla cerimonia per il Pallone d’Oro.
Ricordo quando lo portammo a Pavia a un ristorante di amici, ho questa foto in cui io lo abbraccio.
Anche l’addio a San Siro fu bellissimo ed emozionante.
Poi ricordo un gol in rovesciata al Brescia dopo l’infortunio.
Forse mio fratello ha più ricordi legati al calcio, perché gli piaceva andare agli allenamenti o entrare negli spogliatoi.
Una cosa però la conosce tutta la famiglia: Quando era a casa, papà ci faceva ascoltare i cori del Boca perché è innamorato del club argentino.
Ci mettevano grande allegria.
La maglia a cui è più legato? Papà ha vissuto bene ovunque, è molto legato a Firenze e sicuramente è legatissimo alla Nazionale.
Ho vissuto a Torino, Milano e Bologna, dalla Juve in poi lo abbiamo sempre seguito.
A Brescia non siamo andati, papà sapeva che avrebbe smesso dopo poco e rimasi a Vicenza.

Roberto Baggio uomo è una persona timida e riservata, vi posso dire che è un cucciolone, è affettuosissimo, si emoziona anche quando giochiamo a carte ascoltando musica.
Lui ha sempre preferito parlare con i fatti, parla poco soprattutto da quando ha smesso di giocare.

Ancora oggi ogni tanto esce fuori il rigore nella finale del 1994, vado spesso in Brasile e se lo ricordano bene.
È un ricordo indelebile della sua vita, ma è difficile parlarne con lui.
È arrivato fino a lì con tanta fatica, ma dopo quel rigore forse la gente si è innamorata ancor di più di lui vedendo questo suo lato umano, perché è stata la dimostrazione che anche i grandi sbagliano.

Sicuramente gli manca giocare, ma il mondo del calcio è molto cambiato rispetto ai suoi tempi.
Ora si occupa di cose diverse, vive ritirato in mezzo alla natura ed è felice come quando faceva il calciatore. E’ contento così e fa una vita molto semplice”.

VALENTINA #BAGGIO a casa Sky racconta cosa significa essere la figlia del Divin Codino

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