14 Aprile 2012 moriva Pier Mario Morosini. Ciao Moro

Morosini

il 14 aprile del 2012 durante Livorno Pescara moriva in campo Pier Mario Morosini

Gli eroi sono tutti giovani e belli”, canta Francesco Guccini nella sua Locomotiva. Probabilmente però Pier Mario Morosini avrebbe scelto una canzone di Ligabue per disegnare il fato avverso che gli è capitato. Undici anni fa, allo stadio Adriatico, si giocava Pescara-Livorno. Una partita come tante altre per la Serie B, ma che cambiò drasticamente il destino di Morosini. Al minuto trentuno il centrocampista, cresciuto nell’Atalanta e passato anche per l’Udinese, cade a terra e cerca di rialzarsi, più volte. Le telecamere inquadrano quel rantolo che, di fatto, è la spia di una cardiomiopatia aritmogena, che verrà riscontrata dopo l’autopsia.

Nelle immagini c’è anche l’arrivo dei soccorsi con l’ambulanza per portarlo in ospedale, ma non quella di un defibrillatore che avrebbe potuto salvargli la vita. Morosini si spegne alle 16.45 del 14 aprile 2012, la FIGC risponde rinviando tutte le partite del campionato italiano. Aveva giocato anche con il Bologna, il Vicenza, la Reggina e il Padova, prima di arrivare, appunto, al Livorno. Un anno dopo la sua scomparsa gli viene intitolata una delle gradinate dello stadio Picchi, così come viene ritirata la sua maglia (anche dal Vicenza). L’Atalanta invece gli dedica la Curva Sud del suo stadio – quella che sarà oggetto di ristrutturazione alla fine di questa stagione – mentre il Pescara il settore ospiti.

Di fatto dalle tragedie si possono anche trovare degli spunti buoni. Perché la morte di Morosini, in campo, ha portato un’attenzione particolare sul tema dei defibrillatori, salvando la vita a Christian Eriksen durante gli europei del 2020. L’ex Inter, contrariamente a quanto successo con il bergamasco, è stato correttamente soccorso, tempestivamente, riuscendo anche a tornare in campo dopo l’incidente (anche se non in Italia).

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