
Il 18 agosto 1991 l’argentino Gabriel Batistuta sbarca a Firenze. Una data che i tifosi viola non possono dimenticare.
Il 18 agosto 1991 l’argentino sbarca a Firenze. Una data che i tifosi viola non possono dimenticare. Nove anni di amore profondo e ricambiato, in cui Batigol conosce anche l’umiliazione della B. Tutto per amore della Fiorentina.
La stagione 94-95 è quella della definitiva consacrazione: chiude il campionato in vetta alla classifica marcatori con 26 centri e supera il record di reti segnate in partite consecutive (11) fino a quel momento detenuto da Ezio Pascutti.
L’anno dopo per festeggiate le sue prime 100 partite in A i tifosi gli dedicano addirittura una statua propio davanti alla curva Fiesole. A fine anno grazie ai suoi gol la Fiorentina porta a casa una Coppa Italia e una Supercoppa italiana battendo il Milan. La stagione successiva a livello personale è da ricordare per l’eurogol segnato in casa del Barcellona in semifinale di Coppa delle Coppe. Dopo la rete Batigol zittisce il Camp Nou che lo aveva fischiato per tutta la gara.
Nella stagione 88-89 la Fiorentina di Trapattoni si laurea campione d’inverno; determinante il contributo dell’argentino con l’incredibile media gol di 17 reti in altrettante giornate. Nel girone di ritorno Batistuta si fa male e pian piano la squadra inizia a perdere terreno chiudendo il campionato al terzo posto.
L’ultimo anno in maglia viola è ricordato per l’ottimo cammino in Champions. Nella storia è rimasto lo straordinario gol realizzato dall’argentino contro l’Arsenal a Wembley che regala alla Fiorentina il passaggio al girone successivo.
Nel 2000 il dolorosissimo addio. Bati, a 31 anni, decide che è il momento di vincere qualcosa anche se questo significa lasciare la Fiorentina. La Roma versa nella casse viola la cifra record di 70 miliardi di lire. Il 26 novembre 2000 la Roma ospita la Fiorentina. La partita si avvia verso lo 0-0 quando, a pochi minuti dalla fine, Batigol lascia partire un bolide che si insacca nella porta viola. Lui non riesce ad esultare, scoppia in lacrime, Totti se lo carica sulle spalle e lo riporta a centrocampo. E’ l’immagine che meglio riassume il legame mai davvero interrotto con la squadra gigliata.
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